L’arte di fare le bambole è una grande Maestra. Per me lo è stata. Mi ha soccorsa quando la mia vita era andata in frantumi e io non sapevo da che parte ricominciare. E’ proprio lì che sono arrivate le mie bambole. Mi hanno presa per mano, ago e filo, immaginazione, bellezza. E punto dopo punto, ho raccolto i pezzi sparsi e li ho ricuciti insieme.
L’arte di fare le bambole, mi ha insegnato tante cose che voglio raccontarti perché, chissà, forse possono servire anche a te, in un momento di trasformazione della tua vita.
Ecco per te, le 10 cose più importanti che impara chi si avvicina alla meravigliosa arte bambolaia.
1) creare per sé tempo nutriente
Te lo meriti. Ti meriti di lasciare che il mondo vada avanti un po’ da solo senza il tuoi aiuto costante. Ti meriti di lasciare i tuoi cari per un po’ senza di te e di crearti del tempo bello, solo per te stessa, senza interferenze, senza disturbi, a lasciar respirare la creatività che ti abita. La donna è colei che crea, mica solo bambini! Possiamo essere buone madri di progetti, di idee, di valori. E sopratutto di noi stesse.
2) la connessione
Quando facciamo un lavoro in cui serve la calma, la pazienza, la concentrazione, il pensiero creativo, ci connettiamo con le energie della Madre Terra, cantiamo con gli Angeli, perché siamo in armonia. La mente e il cuore si calmano, si abbassa lo stress, aumenta l’autostima e il senso di appagamento. Vediamo quanto c’è di bello da vedere. E quando siamo in questo stato felice, è possibile che arrivino risposte inaspettate, soluzioni che cercavamo da tanto, idee brillanti e ispirazioni pazzesche. Provare per credere.
3) la cura
Lì dove si vede e lì dove non si vede, aver cura, sempre. A partire dall’intenzione, dallo stato d’animo, ogni piccolo dettaglio fa la differenza. I millimetri, le frazioni di millimetro, i grammi, le minuzie. Non cedere alla fretta di fare, ma prendersi tutto il tempo per guardare, ammirare, e farsi anche dei complimenti! Curare anche sé stessi e innaffiare l’autostima. Anche questa è cura.
4) il tempo sospeso
Ago e filo. Foglio e matita. Lana e uncinetto. E il tempo si ferma. L’orologio si scioglie, minuti e secondi si fondono in una colata immobile. Il tempo della creatività è sacro, prezioso. E’ tempo che sana, che cura. Tempo sacrosanto, che non va contato.
5) il sorriso
se sorridi, il lavoro viene bene. Ogni cosa si aggiusta con un sorriso.
6) a riconoscere l’armonia
Ogni cosa contribuisce all’armonia del tutto. Ogni cosa dritta o storta. Ogni cosa semplice o meno. Morbida o aguzza. serena o dolorosa. Una bambola non avrebbe gli occhi se un ago lungo 12 cm non le trapassasse la testa da parte a parte.
7) ad aguzzare l’istinto
Se le mani non ci arrivano, ci pensa l’ago. Lo diceva mia nonna ed è vero. Il mio ago ha la stessa forma e gli stessi colori del mio intuito. Lo chiamo quando le mani si confondono. Quando non è il sapere che aiuta. Quando la bambola ha sete di ispirazione.
8) ad andare avanti, comunque
Anche le cose più complicate sono fatte da molte piccole cose semplici. Quando una bambola mi sembra complessa o una richiesta mi sembra difficile da incontrare, la suddivido in cose più piccole. Cose che so fare, cose che mi piace fare, cose che non mi spaventano. Passo dopo passo, punto dopo punto, filo dopo filo, nodo dopo nodo, la bambola nasce tra le mie mani. E la prima a stupirsi, sono proprio io.
9) e quando serve, arrendersi
Tante volte la mia idea, non è l’idea della bambola. Io la vorrei così o colà. Più questo o meno quello. Tanto di qua e poco di là. E invece lei ha un’altra idea. E così cominciano quei strani momenti, quelli in cui pensi: oh! ma va tutto storto! Fili di lino che tengono su aquiloni in volo si spezzano come fossero di ovatta, fili ordinatissimi si aggrovigliano, la matita non lascia il segno sulla stoffa. Ho capito che quello è il momento di arrendersi. Diventare solo un canale. Scegliere di ballare al buio. Con la consapevolezza che sta per nascere una bambola molto speciale.
10) a soffiare sul fuoco bambino
Se sai ridere o piangere con tutto il corpo, manifestare con gioia l’entusiasmo, ballare sotto la pioggia in un luogo affollato, godere del tempo condiviso con chi ti ama. Allora, nulla potrà trattenerti dal baciare una bambola, dopo che ti ha regalato il suo primo sguardo.
Se anche tu, vuoi far nascere una bambola, ti lascio qualche risorsa utile:
Se non sai da dove cominciare: leggi qui
7 commenti su “10 cose che impara chi fa le bambole”
Ciao Cinzia, io sono abile a cuciresono stata 45 anni tappezziera quindi l’ago e mio amico amo cucire ho molta fantasia e creo tante cose. Ultimamente uncinetto, mi rilassa e avendo tempo 69 anni mi aiuta a passarlo. Potrei provare a fare una bambola perché no. Mi piaci e ciò credo scrivi e molto profondo
Ciao Angela! Con tutta la manualità che hai, chissà che belle bambole! Possiamo sentirci via email, ti va? Mi trovi qui: cinzia@cinziaferraribambolaia.it
Ciao Cinzia facendo bambole si imparano piu’ delle 10 cose che tu descrivi…che sono una piu’ utile dell’ altra e che piano piano spero di mettere in pratica ….❤
Ero letteralmente ossessionata dal cercare di riuscire ad ottenere la perfezione. Le cuciture non mi soddisfacevano i vestitini neppure .. ed il ricamo? Mai come lo volevo. Sono una perfezionista e tutto ciò che faccio non è mai abbastanza o poteva venir meglio… Cinzia mi ha insegnato a…
guardare oltre… le bambole non sono come vogliamo… sono un un’insieme delle nostre emozioni ed abilità.. e ogni piccolo errore non le sminuisce… ma le arricchisce di dettagli che le renderanno uniche. Ho tanta strada da fare… ma riuscire a capire che prima di correre bisogna imparare a camminare, e che non tutto è logica e premeditazione è sicuramente il più bel regalo ricevuto assieme a quel profumato e morbido kit. Grazie mille…
Leggendo le tue “dieci cose” Cinzia, ho sentito che aspettavo da tempo di cucire una bambola e tu mi hai ricordato il mio sogno…
Grazie ❤️
Si imparano tante cose, molte di più…
E’ davvero un viaggio di scoperta, un passo alla volta. 🙂